L’orizzonte di Giovanni Gorelli
Di un mondo libero vorrei essere ogni città
pronto ad abbracciare la sua mutante verità
tra le ossa e la pelle della gente ardente
amerei lasciar il mio sentimento potente
Dell’anima sparsa in lunghi mari d’inferno
vuote gocce di fuoco nel vasto cielo eterno
vorrei esser d’acqua il suo risorgimento
e spegner con magia ogni suo tormento
Delle stelle navigherei il loro tempo infinito
segreto del mondo dai nostri occhi custodito
musicando d’amor l’emozione nascosta
rivelerei della melodia la felicità riposta
Dei cuori vorrei esser il loro battito più forte
un tremito spavaldo che sfida anche la morte
gesto coraggioso contro l’odiato destino
noioso riflesso del nostro duro cammino
Delle lingue vorrei diventar un canto di parole
gabbiani raggianti emersi come palle dal sole
torri d’avorio sovrastanti ogni frontiera
rosse rose splendenti sull’umanità intera
Degli sguardi incupiti dalle loro anime perse
vorrei dare vivi colori alle tristi lacrime terse
scivolose vestali d’emozioni infrante
languori e dolori di un cuore amante
Delle mani forgerei la loro abile intenzione
note tese al cielo in cerca di rara perfezione
ora che fulgido il sole in noi immerso
folgora d’ardore il desiderio immenso
Delle voci il coro vorrei portar su ogni cosa
innalzando al cielo la sua amenità giocosa
aperta all’infinito nel mistero assoluto
ridarei vita anche all’animo dissoluto
Del silenzio vorrei esser la magia del suono
con le mani al pianoforte colorarmi di tuono
immergermi nel mare ed estrarre il sale
per ridare al mondo il suo cuore astrale
ancora e ancora ….vorrei esser….
di quello che vive la forza di donare
di quello che cade la forza di sperare
di quello che c’é solo il ricordo più puro
di tutto, il divenire, del passato, il futuro
L’audace passione in fragili foglie di cristallo
passando veloce come la corsa di un cavallo
ferma ora il tempo nei tratti del suo viso
che del cieco mondo é il più bel sorriso
Rosee colline di sale odora liscia la sua pelle
infinite strade m’appaiono armoniose e belle
tra le ondulate trecce dei suoi capelli
ci vedo sentieri veri e passioni ribelli
Sento ora dentro quelle forme l’ampio desio
vulcano ardente che del cuore é il suol natio
scopro nei suoi occhi le vite passate
nei suoi sguardi le vittorie più amate
Scorrono abili le dita come se fossero pioggia
entrano nell’argilla che d’oro il corpo sfoggia
paesaggi infiniti da tutti ammirati
incantano i miei occhi ammaliati
libero da ogni fredda barriera
volando sopra ogni bandiera
una piuma calo sui suoi occhi
per definire gli ultimi ritocchi
magici sogni si aprono al mondo
fascino radioso dal suol fecondo
scesa dalle stelle la dolce grazia
irradia la vita e di gioia la sazia
appagato dalla generosa infinità
un solo desiderio mi pare verità
che….
quell’orizzonte cosi a lungo ricercato
io possa ai suoi occhi esser diventato
Di un mondo libero vorrei essere ogni città
pronto ad abbracciare la sua mutante verità
tra le ossa e la pelle della gente ardente
amerei lasciar il mio sentimento potente
Dell’anima sparsa in lunghi mari d’inferno
vuote gocce di fuoco nel vasto cielo eterno
vorrei esser d’acqua il suo risorgimento
e spegner con magia ogni suo tormento
Delle stelle navigherei il loro tempo infinito
segreto del mondo dai nostri occhi custodito
musicando d’amor l’emozione nascosta
rivelerei della melodia la felicità riposta
Dei cuori vorrei esser il loro battito più forte
un tremito spavaldo che sfida anche la morte
gesto coraggioso contro l’odiato destino
noioso riflesso del nostro duro cammino
Delle lingue vorrei diventar un canto di parole
gabbiani raggianti emersi come palle dal sole
torri d’avorio sovrastanti ogni frontiera
rosse rose splendenti sull’umanità intera
Degli sguardi incupiti dalle loro anime perse
vorrei dare vivi colori alle tristi lacrime terse
scivolose vestali d’emozioni infrante
languori e dolori di un cuore amante
Delle mani forgerei la loro abile intenzione
note tese al cielo in cerca di rara perfezione
ora che fulgido il sole in noi immerso
folgora d’ardore il desiderio immenso
Delle voci il coro vorrei portar su ogni cosa
innalzando al cielo la sua amenità giocosa
aperta all’infinito nel mistero assoluto
ridarei vita anche all’animo dissoluto
Del silenzio vorrei esser la magia del suono
con le mani al pianoforte colorarmi di tuono
immergermi nel mare ed estrarre il sale
per ridare al mondo il suo cuore astrale
ancora e ancora ….vorrei esser….
di quello che vive la forza di donare
di quello che cade la forza di sperare
di quello che c’é solo il ricordo più puro
di tutto, il divenire, del passato, il futuro
L’audace passione in fragili foglie di cristallo
passando veloce come la corsa di un cavallo
ferma ora il tempo nei tratti del suo viso
che del cieco mondo é il più bel sorriso
Rosee colline di sale odora liscia la sua pelle
infinite strade m’appaiono armoniose e belle
tra le ondulate trecce dei suoi capelli
ci vedo sentieri veri e passioni ribelli
Sento ora dentro quelle forme l’ampio desio
vulcano ardente che del cuore é il suol natio
scopro nei suoi occhi le vite passate
nei suoi sguardi le vittorie più amate
Scorrono abili le dita come se fossero pioggia
entrano nell’argilla che d’oro il corpo sfoggia
paesaggi infiniti da tutti ammirati
incantano i miei occhi ammaliati
libero da ogni fredda barriera
volando sopra ogni bandiera
una piuma calo sui suoi occhi
per definire gli ultimi ritocchi
magici sogni si aprono al mondo
fascino radioso dal suol fecondo
scesa dalle stelle la dolce grazia
irradia la vita e di gioia la sazia
appagato dalla generosa infinità
un solo desiderio mi pare verità
che….
quell’orizzonte cosi a lungo ricercato
io possa ai suoi occhi esser diventato